domenica 20 dicembre 2009

La Vita Subconscia

“Basterebbe un solo pensiero positivo quando ci viene data la possibilità di sopravvivere e di trionfare sopra un esercito di pensieri negativi.”Dr. Robert H. Schuller
“Non parlate mai di sconfitte. Usate parole come speranza, credo, fede, vittoria.” Dr. Norman Vincent Peale
“L’uomo diventa spesso quello che crede di essere. Se io continuo a dire a me stesso che non posso fare una determinata cosa, è possibile che diventarò veramente incapace di compierla. Al contrario, se credo di poterla fare, acquisterò sicuramente la capacità di farla anche se poterbbe non accadere immediatamente.” – Mahatma Gandhi

“Vi sia fatto secondo la vostra fede” è l’enunciato della eterna e immutabile legge mentale e spirituale della Suprema Mente di Gesù. La chiave per questo enunciato è il credere, e non è affatto semplice come sembra apparire. Nella metafisica sappiamo che la parte che chiamiamo anima rappresenta il nostro subconscio. Il dottor Holmes nella The Science of Mind ( la Scienza della Mente) scrive: “ La ragione per cui abbiamo il subconscio è che la Soggettività esisteva nell’Universo ancora prima che la usassimo; e, quando la usiamo, essa forma attorno a noi una personificazione soggettiva di noi stessi, che altro non è che il risultato dell’azione e reazione del nostro pensiero.” La mente soggettiva è quella che in termini moderni chiameremmo una “memoria fotografica” di ogni esperienza di cui siamo stati testimoni. Nella nostre esperienze vitali abbiamo siamo stati testimoni di molte cose, alcune vere, alcune false, alcune bellissime, alcune orribili, alcune giuste e altre ingiuste. Attraverso film, commedie, televisione, e esperienze di vita vera, abbiamo testimoniato sia la povertà che il benessere. Le nostre reazioni a queste esperienze hanno creato la nostra vita soggettiva che fa sempre parte di chi siamo fino a che nuove immagini e reazioni si sovrappongano ad esse.

Per questo facciamo un passo indietro e proviamo ad esaminare la parola”credo.” Quello che crediamo è quello che abbiamo accettato come vero dalle immagini che abbiamo raccolto e testimoniato. La nostra accettazione si basa su molti fattori. Le credenze della nostra famiglia più spesso del solito hanno oscurato le nostre prime idee sul vero e sul falso. E poi c’è stato il “comune senso delle credenze”della cultura in cui viviamo, conosciuto anche come “suggestione razziale” o “credo collettivo.” Molte di queste credenze che abbiamo avuto in eredità dal nostro nucleo familiare e dalla coscienza collettiva ci hanno fatto del bene, altre al contrario, no. Molte delle nostre reazioni si basano su questi credi comunitari, anche quando queste reazioni sembrano impedirci il bene o ci bloccano nella realizzazione di soluzioni di problemi che ci troviamo a realizzare.

Recentemente mi sono trovato a parlare con una persona che stava sperimentando un crollo finanziario. Aveva guadagnato più di 200.000 dollari l’anno per più di dieci anni. Le sue parole “ è personalmente umiliante per me dirle questo…”mi fecero intravedere la “sua vita soggettiva.” Questa affermazione proveniva da “un credo collettivo” circa le finanze e l’autostima. Il mondo ci dice quanto valiamo a seconda di quanto abbiamo accumulato in senso materiale e la somma di denaro che possediamo. Avendolo accettato come vero, l’uomo sentiva l’umiliazione che sosteneva il suo credo. Tristemente, l’umiliazione rendeva la sua situazione più terribile, poiché era diventata la “sua atmosfera mentale.” Avvertivo l’umiliazione prima che lui cominciasse a parlarne. La sua presenza evocava morbosità e disperazione. Sapevo che qualunque soluzione gli si fosse presentata, finchè la sua mente non avesse dissipato l’umiliazione, non si sarebbe aperta nessuna strada nella sua mente per permettergli di esprimere una nuova idea. In realtà, quell’uomo era strutturato in quel modo ancora prima di incontrare quelle difficoltà finanziarie. La sua mente era stata strutturata dal pensiero che non appena le sue finanze fossero cambiate, lui sarebbe cambiato con loro. Con la diminuizione del suo capitale era diminuita anche la fiducia nella sua abilità di prosperare ed avere successo. Ma, la stessa mente che gli aveva fatto guadagnare più di 200.000 dollari l’anno, era ancora disponibile in lui. Aveva creduto nella sua abilità di guadagnare più denaro e secondo il suo credo si era sintonizzato con la Mente Infinita e raccolto da Essa le idee e la conoscenza che gli servivano per avere successo e prosperare. Le sue condizioni finanziarie erano progredite sotto l’aspetto materiale, ma non sotto quello metafisico, poichè lui cominciò ad accettatre le perdite temporanee come incontrollabili. Ignorando di avere sempre lo stesso controllo completo, aveva invece accettato come vero il credo collettivo, e questi era diventato la sua realtà. Si era fatto convincere da una falsa idea e adesso doveva farsi convincere dalla Verità, che la sua mente cioè, era potente e in grado di rivolgersi a quella Mente che conosce le idee giuste e le soluzioni adatte a lui. Era umiliato perché pensava che le sue perdite finanziarie fossero dovute a qualche sua carenza personale. La povertà è “un credo collettivo”… non ci riguarda personalmente a meno che noi non le diamo il potere di personalizzarsi.

Quando accettiamo quello che vediamo con i nostri occhi di carne, o sentiamo con le orecchie, evitiamo di vedere cose più grandi , rischiando di fare esperienza proprio delle cose che ci sfidano. Gli insegnamenti della Suprema Mente di Gesù : “Siate nel mondo, ma non del mondo” ci portano a realizzare meglio quello che potrebbe accaderci quando accettiamo quello in cui crede il mondo. Contare su se stessi significa diventare più consapevoli della nostra mente soggettiva; cioè i pensieri, idee e credenze con cui condizioniamo la nostra mente. Nel suo “The Creative Process in the Individual”( Il processo creativo dell’individuo), Thomas Trowward cita: “ Quello in cui dimoriamo è l’idea di un Potere infinito che produce la felicità che desideriamo, e poichè questo potere è anche il Potere Formante dell’universo è in attesa di dare forma alle condizioni alle quali reagiremo in modo perfetto per produrre quel particolare stato di coscienza desiderata.

Una coscienza di prosperità (vita soggettiva) produce condizioni prospere. Ma tocca a noi reagire a tutto quello che il mondo ci dice sulla povertà e perdita tutte le volte che appare nella nostra coscienza, e, invece impiegare quel tempo nel silenzio della nostra mente per dimorare sulla felicità che desideriamo. Mano mano che ci convinciamo fermamente che la Vita è sempre dalla nostra parte e mai contro… e poniamo la nostra ferma fede e fiducia in questa Verità, potremo aspettarci di sperimentare tutto il bene che riusciremo ad accettare per noi stessi.
E COSI E’

Conservate la fede!
Reverend Dr. Henry Lee Bates