domenica 1 maggio 2011

Mistero di Pasqua ... domenica di Pasqua 2011

 “… quando Gesù ritornò “dai morti”, aveva dimostrato di poter superare la sua stessa vita. Ce l’aveva fatta. Era risorto. E questa fu ed è una buona ragione perché quelli che Lo amavano ne gioissero. Ma il fattore più importante, uno di quelli sul quale si è sorvolato di più, è che lui aveva verificato il Suo insegnamento della Divinità dell’Uomo. Aveva dimostrato nel modo più drammatico che c’è una profondità nell’uomo che trascende l’umano. Egli non solo aveva vinto per Sé, ma era diventato anche il più grande esploratore dello “spazio interno”. Noi degradiamo Gesù e la sua Grande Dimostrazione quando pensiamo all’avvenimento di Pasqua come a un miracolo di Dio invece che di una rivelazione del profondo potenziale dell’uomo.” Eric Butterwood, Discover the Power Within You (Scopri il Potere che è in TE)



Ci sono quelli che hanno fede in Gesù a causa dei miracoli che gli venivano attribuiti e ci sono quelli che hanno fede in Lui perché credono che Egli sia morto per i loro peccati. Ci sono anche quelli che credono che il radicale Gesù fosse una “concezione”piuttosto che una persona reale. Non ha comunque importanza su quello che la gente pensi che sia stato il radicale Gesù, tutti noi sappiamo almeno qualcosa su di Lui e la prova è che Egli ebbe un dinamico impatto sulla coscienza del mondo. Dalla Domenica delle Palme alla Domenica di Pasqua c’è l’evidenza sia del reale che del surreale nella liturgia ecclesiale di tutto il mondo… l’ingresso trionfale sul mulo in Gerusalemme, la Domenica delle Palme, la morte sulla croce il Venerdi Santo e la Resurrezione a Pasqua… tutto cre non solo una fede ma un’opportunità per una drammatizzazione di cui non si è perso neanche un gesto nei romanzi, film e rappresentazioni liturgiche.


Era inevitabile che il radicale Gesù si scontrasse con i poteri del mondo, sia politici che religiosi. Io credo che il radicale Gesù comprendesse bene come sia i poteri politici di un imperatore che quelli teocratici legassero alle leggi dell’uomo, piuttosto che dare la libertà di vivere nella Legge di D-o. Egli era una coscienza cosi “pienamente sviluppata” al punto di riconoscere che la vita fosse più di quanto gli altri in quel momento della storia, avessero pienamente realizzato. Il governo durante l’epoca di Gesù non si basava soltanto sulla ubbidienza assoluta all’imperatore, ma anche al pesante numero di comandamenti che i capi religiosi avevano creato per legare in modo alienante le persone alla religione, piuttosto che a D-o. Un “libero spirito” come era Gesù non poteva essere soppresso né dalle regole di un Imperatore né dai dogmi religiosi. Il radicale Gesù affermò che l’ipocrita e letterale osservanza alla religione o all’etica morale, senza riguardo allo spirito, avrebbe offuscato ala gente il regno dei cieli; cioè, la vita abbondante piena di gioia e di amore l’uno per l’altro, per la pace e felicità e una vera comunione con D-o, Spirito infinito.


Gli scritti paolini (Nuovo Testamento) precedono i vangeli ( Questo è una cosa ignorata dalla maggior parte dei Cristiani che non ne è consapevole), e, questo influenzò abbondantemente i Vangeli a prendere una strada a favore di una visuale religiosa e vedere Gesù come agnello sacrificale… un concetto contro cui Giacomo, lo stesso fratello di Gesù, aveva lottato. È importante comprendere che sia nei Vangeli che negli scritti paolini, ci sono contraddizioni relative al ruolo di Pilato nella crocifissione di Gesù: in Matteo, Pilato si lava le mani per dimostrare di non essere responsabile dell’esecuzione di Gesù e lo manda al patibolo quasi contro la sua volontà. Marco, dipingendo Gesù come innocente di aver congiurato contro l’Impero Romano, dipinge Pilato come estremamente riluttante a uccidere Gesù, criticando e adducendone la responsabilità della sua morte alla gerarchia sacerdotale ebraica, lavandosi quindi le mani non per Gesù (come in Matteo) ma nei confronti dei Sadducei e delle azioni di tutti gli altri gruppi.

In Luca, Pilato non solo è d’accordo che Gesù non ha mai cospirato contro Roma, ma neanche Erode Antipa, il tetrarca della Galilea trova motivi con cui accusare Gesù di tradimento. Ma gli storici hanno scritto che Pilato era un uomo notoriamente vizioso. E Pilato aveva tutta l’autorità come Prefetto dell’Imperatore per fare di Gesù quello che voleva. E lui lo voleva morto. Pilato essendo colto, capiva che il radicale Gesù avrebbe fatto scoppiare una rivoluzione, anche se lui stesso non ne era consapevole. E Pilato non poteva permettere che tale cosa accadesse, cosi l’unico modo per fermarlo era quello di usare il più cruento metodo di esecuzione conosciuto a quell’epoca, la crocifissione. La crocifissione era proibita dalla legge ebraica poiché era considerata una tortura. Ma, la decisione di Pilato di crocifiggere Gesù era quella di porlo come esempio di quello che sarebbe accaduto a quelli che avrebbero preteso di prendere il suo posto.


I Romani avevano messo al bando la Cristianità sia gli scritti di Paolo che gli scritti dei Vangeli, e né Paolo né gli autori del Vangelo erano disposti ad offendere pubblicamente l’autorità dei Romani. E, temendo il rischio di una ripercussione contro di loro, essi minimizzarono il ruolo del cattivo Pilato nella crocifissione e alimentarono le accuse sui capi religiosi, con i quali anche loro si erano messi in discordia. I Romani sapevano che essi avevano ucciso l’icona della Cristainità, ma la storia della “Resurrezione” doveva essre ancora pienamente compresa. Invece di liberarsi di Gesù uccidendolo, i Romani avevano infatti creato un’opportunità per qualcosa di utile “la Resurrezione”… valida per quelli che volevano usare la straordinaria storia della vita per creare una religione. Io non credo che Gesù sia morto per i nostri “peccati” né credo che lui possa “salvarci”. Lui ci ha insegnato a vivere per qualcosa di più grande che una mera esistenza richieda, e in questo noi possiamo”salvare”noi stessi dalle conseguenze di una vita piena di false identità umane soltanto, e permettere al Cristo che è lo Spirito di D-o in noi, di venire “ralizzato al nostro interno”verso un più alto grado di quanto si possa immaginare. Egli ci mostrò come questo sia possibile, dimostrandoci il Potere dello Spirito in Lui stesso. Incarnando questo principio nella nostra coscienza possiamo trasformare la nostra vita e cominciare a realizzare il potere dello Spirito dentro di noi muovendoci a un grado superiore e cambiando la nostra vita con questa nuova realizzazione. “ Gesù rispose e gli disse, in verità in verità io ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio (Giovanni 3,3)


Quando i discepoli di Budda gli raccontarono di un uomo che aveva compiuto un cosiddetto miracolo – cioè che aveva portato una boccia da una grande altezza senza toccarla, e gli mostrarono la boccia, egli la prese e la schiacciò sotto i suoi piedi e disse loro: “non costruite mai la vostra fede sui miracoli, ma guardate la verità nei suoi eterni principi. Egli insegnò loro la vera luce interiore – la luce dello Spirito, che è l’unica Luce che conduce alla salvezza.” Noi non abbiamo bisogno dei miracoli nè delle fiabe per riconoscerci e identificarci con il potere, la presenza e il genio del radicale Gesù… a noi serve soltanto “fare quello che faceva Lui”… dare la nostra attenzione a D-o prima… cercare di riconoscere e di capire i principi della Vita… e sapere che abbiamo in noi il dono dell’abilità di D-o, per fare cose ancora più grandi e più grandi di lui!

E COSI È!

Conservate la fede!
Rev. Bates

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